“Credo che il senso della giornata del Premio sia quello di trasmettere i valori che abbiamo imparato in una vita di sport. Una responsabilità che abbiamo noi sportivi è fare questo per lasciare un’eredità, per trasmettere ai giovani quello che lo sport può regalare. Penso che non ci sia niente di più bello per un giovane di praticare sport: sono sempre stato convinto che crescere con lo sport ti dà tantissimo, ti fa vivere e condividere emozioni, crescere nei momenti buoni e nei momenti più difficili, e sono proprio quei momenti, soprattutto quelli difficili, che servono a crescere. Parliamo di sport, insegniamo ai ragazzi quello che lo sport ci ha dato, e cerchiamo di trasmetterlo in una giornata come oggi. E’ molto importante fare tutto questo, mi fa piacere di esserci e di essere stato invitato”. Lo ha detto l’ex sciatore di slalom speciale Giuliano Razzoli, campione olimpico ai Giochi Invernali di Vancouver 2010 e Ambasciatore del Fair Play Menarini dall’anno successivo, parlando con i giornalisti a Firenze in occasione del talk show “I campioni si raccontano”, evento organizzato oggi nell’ambito del 28° Premio Internazionale Fair Play Menarini.
“Dopo diverse generazioni, soprattutto nella parte maschile, dove abbiamo fatto bene, siamo arrivati a fine carriera per tanti atleti: ovviamente i cambi generazionali non sono mai semplici, e questa cosa si sta vedendo – ha aggiunto Razzoli parlando dello sci italiano – Per fortuna ci sono le nostre donne che invece mandano avanti tutto il sistema a suon di vittorie, e questa è una cosa molto positiva. Certo, bisogna cercare di aiutare questo cambio generazionale, e speriamo che avvenga al più presto possibile”.
A proposito della sua attività, Razzoli ha raccontato: “Quest’estate mentre io ero a casa abbastanza tranquillo e i miei colleghi erano in ghiacciaio a svegliarsi alle 4 la mattina, sciare non mi mancava. Ma in realtà da quando sono iniziate le gare adesso ovviamente un po’ di malinconia c’è, perché l’emozione che dà la competizione è unica e irripetibile, io ho lasciato con serenità e consapevolezza di aver fatto il massimo delle mie possibilità. Mi auguro che ci siano altri atleti che continuino a farci emozionare da casa o dagli spalti di una gara di Coppa del Mondo”-
“Non si finisce mai di imparare, sicuramente, e diciamo che c’è un po’ di work in progress, sicuramente il mondo dello sport è il mio mondo, e quindi vedremo nel tempo, un pochino qualche ruolo. Ci saranno a breve anche le Olimpiadi Invernali proprio in Italia, quindi ci sarà occasione sicuramente di parlare di sport e di partecipare a tante iniziative – ha sottolineato Razzoli – Sono stato proprio a un evento di Milano-Cortina nelle settimane scorse. Un po’ di rammarico c’è per il fatto di non poter essere là al cancelletto a rappresentare l’Italia, nuovamente, in Italia: ma in realtà c’è anche la bellezza di poter sfruttare un evento del genere per promuovere lo sport che in Italia, è vero, sta crescendo, ma credo non abbastanza, bisogna sempre fare qualcosina in più per aiutare la cultura dello sport e far crescere sempre più giovani con lo sport, e un evento del genere è una possibilità incredibile per far innamorare tante persone dello sport”.